Cari adepti dopo mesi e mesi che ci siamo sentiti dire che l’inflazione era temporanea, ora invece serve un gigantesco intervento della FED per ridurla. Ma che strano.
Il mellifluo banchiere Jerome Powell promette sconquassi, rialzi pronti e duraturi per frenare il mostro.
Peccato che la parte endogena dell’inflazione sia largamente gonfiata dal deficit monstre del 2021 (-15%. record mondiale) mentre quella esogena non è controllabile dalle politiche monetarie.
Quindi dobbiamo berci le ultime balle proveniente da Jackson Hole? Direi proprio di no. Nessun aumento gigante dei tassi è all’orizzonte. Ci sarà un aumento ma tale da mantenere le condizioni monetarie accomodanti, con interessi reali vicino allo zero. L’inflazione rimarrà elevata ma senza arrivare chissà dove anzi è in una traiettoria discendente e l’era Volcker è morta e sepolta dalla storia.
Relativamente ai mercati azionari, molto dipenderà dalla congiuntura economica, che mai come in questi mesi è stata particolarmente incerta. Un acquisto mediante rate scaglionate in PAC è quanto di meglio possiamo fare in un contesto di indici che lateralizzano. Sempre preferenza al value anti-inflattivo rispetto a azioni growth.
Ben più grave appare la situazione in Europa che però, come avvenne nel 2011-2012, incide relativamente poco sull’azionario mondiale.
Unico vero tail risk rimane un’eventuale esclation militare nell’isola di Taiwan.
Stay tuned!