Carissimi adepti, oggi saremo a parlare di una interessantissima questione per guadagnare fior di quattrini sfruttando le proprietà intrinseche delle obbligazioni attraverso il meccanismo utilissimo quanto ai più sconosciuto del “bond laddering” ossia della scala di bond in gergo anglosassone (ladder sta a significare scala a pioli anzichè il più noto stairs).
Iniziamo con i primi caveat per i novelli investitori che si facessero troppo conquistare da facile entusiasmo:
- In finanza i pasti gratis non esistono;
- Le previsioni sui tassi di interesse futuri sono quanto di più aleatorio in finanza;
- Quanto sarà tra poco esposto è solo un esempio didattico e non un consiglio di investimento.
Orbene possiamo ora procedere alla stesura per il popolo indistinto di concetti solitamente riservati agli addetti ai lavori avvolti nei loro gerghi tecnici incomprensibili e astrusi buoni solo per rubacchiare soldi ai poverelli che decidessero nonostante quanto declamato su queste pagine di affidargli (ahi loro !!!) in gestione i loro sudati risparmi.
Prendiamo un emittente più volte citato su queste pagine: il governo rumeno. Esistono una pletora di bond emessi con le scadenze e le cedole più varie con rendimenti differenti. Prendendo la data di oggi (28-2-2023) e i rendimenti risultanti da Fineco (ma è possibile calcolarli anche in altro modo) a seconda della scadenza (a un anno, a due anni, etc.) è possibile ordinare i bond in quella che viene definita appunto “curva dei rendimenti” a seconda degli anni che mancano alla restituzione integrale del capitale. Alcuni autori si riferiscono a questa curva prendendo a parametro invece che la scadenza la duration (parametro matematico che prende in considerazione anche le cedole oltre che la data di scadenza dei bond) ma questo è un dettaglio per il momento trascurabile e poco importante per la trattazione per cui proseguiamo pure a disegnare questo interessante grafico.
Vediamo ordunque che i bond rumeni “corti” (scadenze 6 mesi, 1 anno e 2 anni) rendono all’incirca il 4% netto, concordemente al tasso risk free dell’area euro intorno al 2,5% più lo spread di rischio emittente. Il rendimento però si impenna repentinamente verso il 6% che è il tasso del decennale 2033 per poi appiattirsi per le scadenze più lunghe 2038, 2041 e 2050.
Mettiamo di volere comprare un bond che “ci serve” per tre anni: i più si andranno ad indirizzare verso una obbligazione a scadenza 2026, con rendimento di “solo” il 4% annuo. Ma qui stiamo appunto a capire come “spremere” ancora più quattrini grazie alla fantastica opportunità dei gradini della scala. Iniziamo a stilare qualche piccola ipotesi a cementare le nostre convinzioni di aspiranti rentier in salita al piano superiore:
- La Banca Centrale Europea e la FED sono arrivati alla fine o quasi del ciclo restrittivo sui tassi di interesse. Questo ci garantisce che i rendimenti attuali sono già alti e tenderanno a scendere nei prossimi anni o nella peggiore delle ipotesi a rimanere ai livelli attuali.
- La situazione di rischio credito della Romania rimarrà invariata nei prossimi anni e anzi possibilmente diminuirà a causa della fine (sperabilmente) del conflitto Russia-Ucraina che ha depresso tutti i titoli dell’est Europa.
Riguardo la seconda ipotesi si tratta di pura speculazione politica mentre per la prima possiamo andare a verificare (pur con tutti i già segnalati punti di criticità di questi numeri previsionali) il grafico dell’euribor forward che ci indica cosa si aspettano i mercati (attraverso la “lettura” dei contratti future) sui tassi area euro nei prossimi anni…
Come possiamo vedere facilmente da questo grafico il tasso euribor, attualmente al 2,72%, è previsto salire (stante i già annunciati aumenti della BCE) al 3,86% a dicembre 2023 per poi ridiscendere abbastanza velocemente. Tra tre anni (febbraio 2026) ci si aspetta un tasso molto simile all’attuale. Possiamo quindi facilmente concludere che l’ipotesi di “tassi invariati” non è poi tanto peregrina e andare alfine a mettere appunto l’alchemico piano per trasformare il piombo in oro!
Il prode investitore che avrà avuto la pazienza di leggere questo prosopopeico articolo avrà già intuito probabilmente che la pietra filosofale consiste nella seguente tattica:
- Comprare un bond che non scade nel 2026, bensì nel 2029 con rendimento del 5,28% netto, anzichè del 4,06%;
- Rivendere il bond nel 2026, quando questo renderà (ceteris paribus) il 4,06%.
Con pochi conti della serva è facile vedere che in questo modo, anzichè il poc’anzi detto rendimento del 4%, il novello Cagliostro avrà incassato:
- il 5,28 per i primi tre anni, considerando un ammortamento costante;
- alla vendita, la differenza dei due rendimenti per i successivi tre, ossia 1,22*3=3,66.
In sostanza invece del 4% si sarà portato a casa un 6,5% netto annuo.
Non rimane pertanto che trovare curve ripide e strette per mettere a segno questo lucroso business e arricchirsi in modo ancora più veloce rispetto al classico cassettista contento di portare a scadenza il proprio bond senza tanti sbattimenti!
Scala reale a denara!
Leggo in diversi topic, tra cui questo, troppa fiducia nello stato Romania.
Di contro, alcuni professionisti di mia conoscenza(promotori, consulenti bancari etc) non metterebbero un centesimo neanche su Italia.
Chi avrà ragione?
Carissimo Gaspare grazie del tuo intervento. E cosa consigliano questi consulenti ? Certificati a barriera o fondi gestiti di obbligazioni con TER del 1,5% ?
Facci sapere ? 😉
domandona imbarazzante….
non ho capito che conti hai fatto per avere il 6,5%
allora Fabio proviamo a farla facile oggi compro un bond che scade tra 6 anni, quota 100 e rende 6%. I bond dello stesso emittente a 3 anni quotano 100 ma rendono il 5%. Diciamo che i tassi tra 3 anni siano esattamente identici ad oggi, quindi il bond che rende il 6%, tra 3 anni dovrà rendere il 5%
Ogni anno prendo il 6% di cedola, poi alla fine del terzo anno venderò il titolo.
A quanto lo vendo ? Intorno a 103, perchè la cedola è superiore a quella offerta dal mercato per quel tipo di obbligazioni.
Quindi alle cedole devo sommare l’apprezzamento di capitale del bond al momento della vendita…
1) Quindi prendo il 6% di cedole per 3 anni anziché 5%
2) al terzo anno lo vendo e quota 103 perché ha una cedola superiore di un punto rispetto al tasso vigente in quel momento
fin qui sono 6% annuo per 3 anni + 3% da capital gain.
Però ora mi mancano 3 anni, se non lo avessi venduto avrei altri 3 anni di cedole al 6%, che faccio?