Carissimi adepti ci avviciniamo alle scorpacciate natalizie con un’ennesima conferma della teoria della scimmietta: non c’è niente da fare, un gestore dopo l’altro passa dalla polvere all’altare nel giro di pochi mesi.
I crudi numeri non mentono: dopo le sensazionali performance del 2020, gonfiate dalla speculazione su titoli iperpompati come Zoom e Tesla, i commentatori in malafede avevano incoronato Cathie Wood, gestrice dei fondi Ark, regina degli investimenti con un tocco peggio di re Mida.
Milioni di nuovi sottoscrittori si erano allora riversati come cavallette a comprare i suoi ETF più famosi – in primis l’ARK Innovation – che a dispetto della natura da fondo passivo si caratterizza per seguire un indice di stock picking della stessa Wood tra i più promettenti titoli della tecnologia disruptive.
Niente di più sbagliato! Proprio l’enorme massa monetaria proiettata in small cap o società comunque ormai ipervalutate sta generando disastrosi risultati per i malcapatitati che hanno dimenticato le lezioni della storia. La parabola dei fondi, ormai in forte perdita e arrivati a stare sotto ad un normalissimo etf sul NASDAQ la dicono tutta.
Eppure niente: ancora dopo pagine e pagine e milioni di barattoli di inchiostro sprecati (anche dal sottoscritto) c’è ancora chi va dietro all’eldorado, al mito di “battere il mercato” e generare gain da arricchimento facile e certo.
Dobbiamo comunque concedere l’onore delle armi alla Wood, per le sue capacità di marketing innegabili e per la modestia che ha comunque dimostrato facendo pagare i suoi ETF “solo” lo 0,75% invece dei carissimi fondi gestiti da incompetenti e truffaldini lanciatori di freccette. Ma un buon fondo passivo sul NASDAQ può essere accattato tranquillamente per TER molto inferiori, 0,1% o poco più.
Un saltuto alla signora Wood e ai suoi report futuristici e interessanti, per quanto non forieri di gain stellari !