Eccoci cari adepti a sfruttare degnamente le ferie per concederci una pausa da un anno di fatiche. Invece di cazzeggiare su social e instagram consigliamo di dedicarci a interessanti letture, oltretutto molto godibili grazie alla prosa che scorre via come acqua fresca, piena di divertente umorismo americano, ma anche ricca di insegnamenti per l’investitore “intelligente”. Il “guru” Benjamin Graham, nel lontano 1955, pubblica questa bibbia del money maker, ancora attualissima e moderna, con le dovute appendici. Egli ci spiega la differenza tra investitore, che agisce come se fosse “il proprietario dell’azienda le cui azioni possiede”, e le speculatore, che agisce in preda a pulsioni emotive dettate dai prezzi di Wall Street. Industria finanziaria a cui il caro Graham non risparmia critiche e vere e proprie accuse: inganni, trucchi contabili fino a vere e proprie truffe come quella di WorldCom. Ma chi ama leggere queste pagine già conosce la nostra antipatia per cul-sulenti e anal-isti da quattro soldi buoni soltanto a fare i loro interessi.
L’investitore, utilizzando la sua perspicacia, ma soprattutto la sua “Intelligenza”, intesa più come dote caratteriale che come dote del cervello, si districa come in ogni mercato, “comprando l’opportunità”. Valuterà saggiamente ogni aspetto dell’azienda, dalla profittabilità del business, alle capacità del management alla storia pregressa. Farà una tara sulle mirabolanti prospettive future, preferendo la sicurezza dell’attuale alle previsioni (Forecast) aleatorie e poco affidabili per loro propria natura.
Si concentrerà su obbligazioni sicure, garantite dal governo americano (non repubbliche delle banane o dello stivale per intenderci).
Farà insomma del mercato il suo servo, nella misura in cui, nelle sue frequenti fluttuazioni, passerà dall’euforia più folle alla nera depressione, come il celebre personaggio di Mister Hide (Graham creerà l’azzeccata allegoria di Mr. Market, semi folle creatura pronta ogni giorno ad offrire prezzi differenti per la vostra attività, da incredibilmente alti a risibilmente bassi)
Insomma tutto, ma proprio tutto, è gia incluso in questo libro (dalle teorie lazy al value investing)
Non resta che leggersi queste 600 e più pagine e ridacchiare delle grandi bolle finanziarie, per poi ripartire con rinnovato spirito a settembre, non scordandosi la lezione più importante di tutto il libro: l’investitore non deve temere il mercato, l’economia o le sue fluttuazioni, ma prima di tutto deve difendersi da se stesso e dalle pulsioni umane.