La pacchia dei bond

Carissimi adepti, mentre profeti di sventura continuano a proclamare la fine del mondo e l’olocausto nucleare come naturale conseguenza di anni e anni di bolle finanziarie, stregoni e anal-isti si affrettano a piagnucolare di collassi del portafoglio bilanciato 60-40 nel suo anno peggiore da 5000 anni, noi continuiamo a vedere occasioni di lauto guadagno.

Se l’azionario con le imprevedibili dinamiche guerresche, le nubi economiche ancora poco chiare e gli utili che si assottigliano, consiglia ancora molta prudenza nell’acquisto d’occasione, sono invece le obbligazioni che grazie alla politica restrittiva della banca centrale americana ad essere diventate succosi frutti pronti per essere spolpati.

Sia nel breve che nel lungo è possibile andare a cogliere ottimi titoli con rendimenti impensabili fino ad un anno fa, che vanno fino al 7-8% netto a fronte di rischi contenuti. Ad esempio un bel treasury ammerikeno trentennale arriva a dare il 4% netto senza pensieri, e il biennale anche di più. Difficile credere che l’inflazione pur in aumento strutturale possa tenere i ritmi visti finora a lungo.

Ma passiamo ad altri bond particolarmente interessanti ed espressi oltretutto in valuta nazionale: se non ci possiamo fidare dei BTP pur saliti intorno al 4%, ecco dei bei corporate e obbligazioni nazionali che non passano certo inosservati, come le già decantante “rumene” di piccolo taglio e con scadenze per tutti i gusti, dalla 2026 che promette un 5% scarso fino alla 2050 che garantisce ai fortunati possessori un 7% circa. Per invece gli amanti della sicurezza vengono a proporsi bond austriaci di varia scadenza con rendimenti che sfondano il 2% anche fino a 100 anni di durata….per non parlare dei ricchi ETF come VEMT e IEMB che lucrano amabilmente sui Paesi emergenti in dollari o in € con il novello EB3M.

Insomma non c’è che l’imbarazzo della scelta !

Hurry up!

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